Verità per Giulio Regeni

"Giulio non era una spia, era un ragazzo del futuro"

Tutto il network di SEYF chiede unito e a gran voce Verità per Giulio Regeni, affinché mai più la ricerca della verità sia relegata nel Medioevo della paura e del terrore, ma diventi punto di nevralgico per la valorizzazione delle risorse intellettuali per tutti quei giovani che, col loro coraggio, rendono onore alla nostra umanità.

 “Giulio faceva ricerca, era un ragazzo di oggi. Ed è morto sotto tortura. Noi abbiamo educato i nostri figli ad aprirsi al mondo. E adesso siamo qui. Penso poi a quanto hanno detto gli egiziani, la parte amica degli egiziani: lo hanno ucciso come un egiziano. Per questo non possiamo dire: è un caso isolato. Credo sia accaduto anche ad altri, egiziani e non solo. Ma volevo dirvi delle cose di Giulio. Non era un giornalista, non era una spia, era un ragazzo del futuro, perché se il suo essere non è stato capito, è del futuro e non di oggi".

 “L'ultima foto è del 15 gennaio, compiva 28 anni. In realtà non è l'ultima. Ne conservo un'altra, che gli scattai il giorno della sua partenza per il Cairo. Mi disse: 'Dai mamma, fammi una foto, dici che non ne facciamo mai'. Dieci giorni dopo la foto del compleanno, il 25 gennaio, Giulio è sparito. In quella foto, una foto felice, era con gli amici al Cairo, mangiavano pesce. Si divertiva. Con amici di tutto il mondo. Ora a quella immagine ne sovrapponiamo un'altra: quella del suo volto come ci è stato restituito dall'Egitto. Era diventato piccolo piccolo. Non vi dico cosa hanno fatto a quel viso. Vi ho visto tutto il male del mondo. L'unica cosa che vi ho ritrovato era la punta del suo naso. Lo abbiamo rivisto a Roma, in Egitto ci consigliarono di non vederlo e lì assecondammo. A Roma trovammo il coraggio. Nella sala dell'obitorio, l'ho riconosciuto dalla punta del naso. Non era più il nostro Giulio. Giulio poteva aiutare l'Egitto, il Medio Oriente, studiava il sindacato, l'emarginazione. Un italiano che poteva fare tanto e non avremo più. E io continuerò a dire: verità per Giulio. ll 5 aprile aspettiamo gli egiziani: che cosa porteranno?"

 Queste sono le parole della madre di Giulio Regeni.

 Giulio era un ragazzo come tanti, come noi. Faceva parte di quella generazione Erasmus e idealista nella quale ci riconosciamo e che supportiamo col nostro lavoro. Per questo, la sua triste e oscura vicenda ci tocca da vicino.

Tutto il network di SEYF chiede unito e a gran voce Verità per Giulio Regeni, affinché mai più la ricerca della verità sia relegata nel Medioevo della paura e del terrore, ma diventi punto di nevralgico per la valorizzazione delle risorse intellettuali per tutti quei giovani che, col loro coraggio, rendono onore alla nostra umanità.

 

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