Tuesday, 16 July 2019 14:39

Un viaggio come un'odissea: l'iter giuridico di un richiedente asilo

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 Come potete immaginare, arrivare in un nuovo Paese e ottenere i documenti necessari per provare a cominciare una nuova vita è un processo lungo, difficile e scoraggiante. A volte, prima che il ciclo si chiuda, occorrono 2 - 3 anni in cui i beneficiari / richiedenti asilo restano in un limbo, all’interno dei vari centri o fuori, in attesa di una risposta dagli uffici pubblici preposti.

Salve!

Come potete immaginare, arrivare in un nuovo Paese e ottenere i documenti necessari per provare a cominciare una nuova vita è un processo lungo, difficile e scoraggiante. A volte, prima che il ciclo si chiuda, occorrono 2 - 3 anni in cui i beneficiari / richiedenti asilo restano in un limbo, all’interno dei vari centri o fuori, in attesa di una risposta dagli uffici pubblici preposti.

Parte del lavoro degli operatori del centro è la consulenza legale. I beneficiari sono aiutati a comprendere il processo, provando sempre ad essere sempre realistici con le effettive possibilità e le opportunità. Viene offerta loro una lista di avvocati specializzati in materia. Questa resta sempre un'opzione, ma in ogni caso ognuno è ovviamente libero di scegliere l'avvocato che preferisce per rappresentarlo. Vengono spesso organizzate informative legali aperte ai beneficiari ospiti nei centri con avvocati con particolare esperienza nel diritto internazionale e nel settore dell’immigrazione: ciò consente ai beneficiari di comprendere meglio le leggi italiane e di porre domande o dubbi.

All’interno dei centri siamo presenti lungo tutto il processo, sin dal momento in cui i beneficiari arrivano senza alcun documento.

Sino a due anni fa il processo era piuttosto diverso: la percentuale di risposte negative alla domanda di asilo (cosiddetto ‘diniego’) è stata notevolmente inferiore. Al giorno d'oggi la maggior parte delle richieste sono diminuite (all’incirca 80%), rendendo di fatto il processo scoraggiante per il beneficiario e non semplice per favorire la via della legalità per quanti non ricevono un esito positivo dalla Commissione.

 L’esito negativo ha al momento due opzioni: lasciare il centro o cercare di trovare una soluzione a una vita senza documenti, proponendo un ricorso al Tribunale che crea un nuovo percorso, altrettanto lungo, di attese.

Se tale seconda richiesta viene accolta nuovamente con un rifiuto (cosiddetto “rigetto”), i beneficiari saranno obbligati ad abbandonare il centro. Come potete immaginare, tale processo è piuttosto lungo e complicato e il risultato è tutt’altro che scontato.

Molto spesso, oggi accade che dopo mesi in attesa della risposta del giudice, lavorando e cercando di dimostrare alla società il loro desiderio di integrarsi e costruire un nuovo progetto di vita qui, ricevono una comunicazione che conferma che non hanno più diritto all’accoglienza, non possono più permanere all’interno del centro ma, soprattutto, non possono più richiedere il permesso di soggiorno per motivi lavorativi: ciò rappresenta un grave viatico verso l’illegalità, favorendo una deriva pericolosa per le loro vite e per le società che li accolgono. Dal momento in cui ricevono il rigetto, perdono i benefici dell’accoglienza e devono immediatamente abbandonare il centro dove sono ospiti.

Se ci sono le condizioni per fare ricorso in Cassazione, una volta che il Tribunale emette la “sospensiva”, si può fare richiesta alla Prefettura di rientrare nell’accoglienza, ma anche questa procedura non è immediata né tantomeno dall’esito scontato.

Una parte difficile del lavoro degli operatori nel centro è quello di comunicare spesso tali delicate e terribili notizie ogni settimana. Provate a immaginare di dover dire a qualcuno, che non ha niente e nessuno, che deve lasciare l'unica casa che ha nell’ultimo periodo. Ora immaginate di essere la persona che non ha altro che buone intenzioni di vivere una vita più sicura. La rabbia, la paura e la delusione sono spesso comprensibili e da mettere in conto.

Tuttavia, pensiamo personalmente che è sempre meglio soffrire di procedure burocratiche e di un paese non accogliente che vivere in un paese in cui la vita è quotidianamente minata da pericoli sociali, bellici, ambientali.

***Blog tenuto da Diego e Lorenzo nell’ambito del progetto Erasmus+ Imagine***

 

 

Hello there!

As you may imagine, arriving to another country and getting the papers to try and start a new life it’s a process that is long, hard and discouraging. It can take 2 - 3 years where the beneficiaries have to stay in the center and wait for the government offices response.

Part of the job of the operators in the center is the legal advice. We help them understand the process, always being realistic with the possibilities. We offer them a list of lawyers that are specialized on the subject. This is always an option but in any case everyone is obviously free to choose the lawyer of preference. We also organize infodays where lawyer specialized in the field of international law and immigration. this allow the beneficiaries to better understand the laws and ask any questions or doubts. 

Within the centers we are present in the whole process. From the moment they arrive without any documentation. 

Two years ago the process was completely different. It was quicker and easie:  the percentage of negative answers to the request of asylum was waayyyyyyyyyyyyyyy smaller. Nowadays most of the requests are declined (80%), making the process disheartening for the beneficiary and not easy for fostering a legal integration for the ones receiving a negative response from the Commission.

With this denial they have two options. Either leave the center and try to settle a life without any documents and so being unable to work or starting a second request. This second request is similar to the first one and it will also take several months to get the answer. 

If this second request comes again with a denial, the beneficiaries will be obligated to leave the center. As you can see this is a very long process and in no case a positive result is assured. 

It often happens that, after months and months waiting for a results, trying to work and to follow path of integration, they receive a communication that deny their right to build a new life, as they are not entitled anymore to stay in the centre. Most of all, in this case, according to the last laws, they cannot ask for a resident permit for working reasons: you may understand how this lack in the law respinte a risk for  illegality, representing a danger for these human lives and the hosting community.benefici dell’accoglienza e devono immediatamente abbandonare il centro dove sono ospiti.

A hard part of the job of the operators in the center is to communicate these terrible news every week. Imagine telling someone that has nothing and no one that has to leave the only home he’s been known for the past years. Now imagine being the person that has nothing but good intentions to live a safer life. The anger and disappointment and desperation are understandable.

Even so, we personally think that it’s always better to suffer from bureaucratic procedures and a non welcoming country than living in a country where your life is in danger everyday.

 ***Blog within the Erasmus+ project Imagine, promoted by the Diego and Lorenzo*** 

 

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